In Francia solo due farmaci hanno l'autorizzazione di immissione in commercio (AIC) con l'indicazione «acufeni». L'indicazione , comunque molto limitata, perché la prescrizione è inquadrata con termini precisi. Si tratta della trimetazidina proposta per il trattamento «sintomatico di complemento di vertigini e acufeni» e dell'estratto di Gingko biloba (EGB 761) indicato nella «terapia di complemento di alcuni acufeni di presunta origine vascolare». Il termine «di complemento» dovrebbe essere discusso con onestà. Definisce «qualcosa che si aggiunge a un'altra cosa...». Quanto al termine «di presunta origine vascolare», esso lascia dubbiosi visto che le ipotesi fisiopatologiche degli acufeni sono attualmente lontane da tali concetti. Questo deficit di farmaci è tanto più significativo quanto più l'effetto placebo in materia di acufeni è importante, il che, d'altronde, spiega molto probabilmente i risultati favorevoli rivendicati dalle medicine alternative, dette «dolci», in questa indicazione specifica.
Tuttavia, ricalcando la presa in carico degli acufeni acuti, in particolare dopo un trauma sonoro o pressorio, su quella, d'altronde spesso discussa, delle sordità improvvise idiopatiche, si può proporre il più presto possibile dopo la comparsa dell'acufene acuto una terapia per via orale con un corticosteroide di breve durata d'azione (equivalente prednisone o prednisolone) alla dose di 1 mg/kg/die secondo il principio della cura breve (una somministrazione unica la mattina, rispetto delle controindicazioni, assenza di dosi decrescenti). La messa in gioco di terapie più pesanti come il ricovero per trattamento endovenoso o l'ossigenoterapia iperbarica non si basa su alcun consenso scientifico e merita di essere discussa caso per caso, in particolare in funzione dei dati audiometrici iniziali.
In materia di acufene cronico, se molte molecole sono utilizzate nella pratica quotidiana per far fronte alla richiesta pressante dei pazienti, la loro prescrizione non è mai stata seriamente suffragata da studi clinici randomizzati vs placebo. In Francia il clonazepam è una terapia spesso utilizzata al prezzo di effetti secondari importanti (sonnolenza). Nell'Europa settentrionale o negli Stati Uniti gli ansiolitici tipo benzodiazepine sono prescritti più spesso (tipo alprazolam o bromazepam), così come gli antidepressivi inibitori del reuptake della serotonina (tipo paroxetina). Si vuole insistere in questa sede sul fatto che la prescrizione al di fuori del quadro legislativo di un'AIC di queste molecole, generalmente non prive di reazioni avverse e di rischi di dipendenza o di assuefazione, dovrebbe essere oggetto di un iter scientifico di valutazione del rapporto beneficio/rischio in questa indicazione specifica.