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Presentazione |
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La definizione di acufene data nei dizionari è «sensazione uditiva percepita in assenza di qualsiasi stimolazione esterna all'organismo». Come indica il rapporto della società francese di ORL diretta da Meyer, l'etimologia del termine è greca, composta a partire da akouein , ascoltare e phaïnein, apparire. Questo sottintende che l'acufene è un fenomeno uditivo aberrante, un evento straordinario che conduce colui che se ne lamenta ad avere una percezione sonora, generata interiormente, e che, anche se priva di senso, occupa la sua coscienza in maniera involontaria. Segnaliamo che il termine inglese corrispondente, tinnitus , è di origine latina e precisamente dal verbo tinnire (suonare).
Questa definizione suggerisce che la stimolazione sonora abnorme, o il substrato fisiopatologico dell'acufene, siano non soltanto interni all'organismo, ma di natura non acustica. Sfortunatamente, essa esclude qualsiasi percezione o manifestazione patologica secondaria alla presenza nell'ambiente di suoni dello spettro udibile (ovvero di infra- o ultrasuoni) o di campi elettromagnetici. |
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Ecco perché, secondo la classificazione di riferimento di Shulman, il termine «acufene» può essere applicato:
• alla percezione dei suoni creati nell'organismo sotto forma di onde di pressione acustiche trasmesse per via aerea o per via ossea a un sistema uditivo funzionale che non fa che percepire e analizzare questo segnale anormale. Si può, allora, trattare di uno scricchiolio articolare, di un soffio vascolare, di uno schiocco muscolare ecc. Si parla allora di acufene «oggettivo», perché il segnale sonoro percepito può essere registrato. Si collegano a questi acufeni oggettivi, la cui causa è situata fuori dal sistema uditivo, i casi molto rari di percezione di un'otoemissione acustica spontanea, poiché il segnale acustico aberrante è anch'esso registrabile, nel condotto uditivo esterno sotto forma di un'onda sonora nella gamma di frequenza compresa tra 700 e 8 000 Hertz;
• Alla percezione uditiva che deriva da una disfunzione del sistema uditivo senza una stimolazione sonora interna o esterna. In questo caso si tratta di un'iperattività anomala oppure di una riorganizzazione funzionale patologica delle vie uditive periferiche e/o centrali che costituisce il correlato neurofisiologico della percezione uditiva descritta dal paziente. Si possono, inoltre, scindere gli acufeni soggettivi in acufeni la cui causa è puramente otologica e in quelli la cui causa è otoneurologica.
La diagnosi differenziale degli acufeni si pone fin dalla loro definizione. È generalmente di base; citiamo: le allucinazioni che si verificano in un contesto psichiatrico dissociativo con attribuzione di un valore cognitivo, spesso minaccioso oppure mistico, alla percezione uditiva aberrante, le allucinazioni musicali (melodia strutturata intesa in modo ricorrente), non psichiatriche, che si manifestano spesso nei soggetti anziani che presentano una sordità grave e gli attacchi di epilessia temporale che iniziano con un'aura uditiva. L'anamnesi e la valutazione neurologica e psichiatrica permettono di riformulare rapidamente la diagnosi
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