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Classificazione degli acufeni |
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Varie sono le classificazioni degli acufeni proposte dagli studiosi nell'arco di mezzo secolo.
Alcuni distinguono gli acufeni in oggettivi e soggettivi.
Gli acufeni oggettivi sono molto rari e si presentano come suoni che si generano all'interno del corpo umano, come ad esempio quelli originati da un flusso vascolare particolare o da contrazioni muscolari. Con tecniche particolari, è possibile ascoltare dall'esterno il suono generato.
Gli acufeni soggettivi sono i più comuni e si individuano nei casi in cui il soggetto percepisce un suono che non è ascoltabile dall'esterno e che può essere provocato da farmaci come l'aspirina (acido acetilsalicilico), da alcuni antibiotici (aminoglicosidi), ma anche da alcool, caffeina e antidepressivi. Le cause che determinano l'insorgere dell'acufene soggettivo sono spesso oscure. Mentre non sorprende che un trauma diretto all'orecchio interno possa causare l'acufene, altre cause apparenti (come ad esempio TMJ e disordini dentali) sono difficili da spiegare.
La ricerca recente ha proposto due categorie distinte di acufene soggettivo: l'acufene otico, causato dai disordini dell'orecchio interno o del nervo acustico e l'acufene somatico, causato da disordini che non riguardano l'orecchio o il nervo, pur trovandosi all'interno della testa o del collo. Si ipotizza inoltre che l'acufene somatico possa essere dovuto a un "central crosstalk" con il cervello, come se certi nervi del collo e della testa entrassero nel cervello vicino alla regione coinvolta nell'udito.
La classificazione spesso proposta fra acufeni oggettivi e soggettivi in base alla possibilità di oggettivare, cioè di registrare direttamente con strumenti biomedici, la presenza di acufeni non appare sufficientemente realistica in quanto ad oggi non esiste ancora, tranne che in rarissimi casi, tale possibilità. Con l'evoluzione delle moderne tecniche di registrazione delle emissioni otoacustiche provenienti dalle cellule sensoriali della chiocciola, di quelle dei potenziali evocati uditivi e delle tecniche di imaging funzionale e dinamico neuro-radiologico si pensa che fra non molto sia possibile costituire le basi per una svolta anche in tale direzione. |
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Altri propongono, in quanto più rispondente alle differenti possibilità terapeutiche, la suddivisione degli acufeni in audiogeni (o endogeni) e non audiogeni (o esogeni): infatti le moderne tecniche di valutazione della funzionalità uditiva permettono di rilevare anche minime alterazioni dell'apparato uditivo e di tracciare correlazioni attendibili con la presenza di acufeni.
Gli acufeni audiogeni sono quelli ad alta probabilità di insorgenza da un danno o una disfunzione dell'apparato uditivo a livello della chiocciola o delle vie nervose uditive: in questi casi l'orecchio registra e trasmette rumori provenienti patologicamente dal proprio interno.
Per acufeni non audiogeni, invece, si intendono quelli che originano in patologie e disfunzioni situate al di fuori dell'apparato uditivo, in altri organi od apparati, come quello vascolare, muscolare, articolare, che vengono solo percepiti dall'orecchio come può fare un semplice microfono e quindi trasmessi al sistema nervoso.
In effetti anche alcuni acufeni provenienti dall'orecchio come quelli causati da presenza e movimento di secrezioni catarrali fra tromba di Eustachio e cassa timpanica dovrebbero essere considerati non audiogeni o esogeni in quanto la loro origine è al di fuori del complesso chiocciola-vie nervose uditive.
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